Lo Studio De Vita offre ai suoi pazienti una pletora di trattamenti rivolti alle patologie dell’articolazione del ginocchio. Diverse sono le cause scatenanti, dovute a traumi sportivi, malformazioni o a malattie degenerative e che determinano limitazioni più o meno temporanee alla capacità di movimento e/o deformazioni aricolari
Diversi sono gli approcci a seconda della gravità della problematica e dell’esigenza del paziente:
Artroscopia, impianto di protesi, tecniche artroscopiche mini-invasive, ecc…
Il nostro organismo presenta due menischi per ginocchio; questi rappresentano una sorta di guarnizione tra il femore (osso della coscia) e la tibia (osso della gamba) e permettono di ammortizzare la pressione che si esercita sulle due ossa.
Possono esser soggetti a usura con il tempo o possono lesionarsi per traumi.
La lesione di solito è limitata ad una zona specifica del menisco e nel caso in cui nel soggetto si presenti una condizione di dolore costante, che impedisce l’attività motoria e/o sportiva, è necessario intervenire per asportare la parte di menisco irrimediabilmente lesionata, tutelandone la parte sana.
L’intervento avviene con tecnica artroscopica, per cui vengono praticate di norma due piccole incisioni ai lati del ginocchio.
Decorso post-operatorio
Questa tipologia di intervento prevede le stampelle per 2/3 giorni solitamente, a seconda dei casi, e a seguire un programma di riabilitazione.
In genere il recupero avviene in 30 giorni, ma dipende comunque dalla risposta e dalle condizioni generali del paziente coinvolto.
Situato al centro del ginocchio, internamente, è il più importante legamento del ginocchio e che ne preserva ed è responsabile della stabilità.
Una sua lesione, dovuta ad evento traumatico, rende quindi il ginocchio instabile per il corretto svolgimento di attività sportive o lavorative di certa entità e in alcune persone, anche per attività più leggere.
Un intervento di ricostruzione del LCA prevede di norma una “sostituzione”, prendendo come nuovo legamento porzioni di altre strutture anatomiche, quali (da studi effettuati) il Tendine Rotuleo o parte dei tendini Semitendinoso e Gracile, fornendo nuovamente al ginocchi la stabilità persa.
La riabilitazione, che deve essere eseguita da terapisti esperti in materia, consente un rapido decorso, consentendo spesso al paziente di abbandonare stampelle dopo sette giorni, seguendo poi nel piano di recupero ed un rientro all’attività sportiva in circa cinque mesi.
La cartilagine riveste le ossa di una articolazione e nel caso del ginocchio, riveste la parte del femore, della tibia e della rotula. Gli stessi menischi sono di cartilagine, ma in questo caso si tratta di una differente tipologia, più leggera.
La cartilagine dell’osso può usurarsi tant’è che quasi tutte le persone di età avanzata presentano un’usura delle cartilagini più o meno importante, ma può interessare anche soggetti più giovani, specie negli sportivi agonisti.
Nel caso caso di disturbi importanti, dolore forte, versamenti, e in seguito a opportuna consulenza medica, si può trattare chirurgicamente la lesione.
Esistono tecniche diverse di intervento a seconda dei casi, che generalmente prevedono tempi più lunghi di recupero rispetto a quelli dell’intervento sul menisco; in generale i risultati dell’intervento dipendono dal quadro e dalla condizione iniziale della cartilagine del paziente coinvolto.
Frequente soprattutto nelle giovani donne (pallavvoliste, danzatrici) o a causa di una struttura congenita (ginocchio valgo, iperlassità legamentosa, scarso tono muscolare), comporta un dolore alle ginocchia dovuto all’usura della cartilagine della rotula. Si sottolineano efficaci progressi nei soggetti affetti con un opportuno programma di esercizi volti a rinforzare i muscoli della gamba e del bacino, ma di fronte alla persistenza della condizione e del forte dolore, si può arrivare (previo consulenza apposita) all’intervento chirurgico con tecnica artroscopica.
La rotula può essere soggetta al lussazione, fuoriuscendo quindi dalla sua naturale posizione, a causa di traumi e/o rotazioni innaturali della gamba.
E’ importante immobilizzare prontamente l’arto per alcuni giorni, ricorrendo ad un opportuno programma di riabilitazione, rinforzando altresì tutti quei muscoli che contribuiscono alla stabilità del ginocchio.
Nell’eventualità in cui i casi di lussazione si ripetono nel tempo, creando instabilità costante, a seguito di una opportuna consulenza medica, si può pensare di ricorrere all’intervento chirurgico, eseguito almeno in parte con tecnica artroscopica. I tempi di recupero sono spesso lunghi e lenti e variano da paziente a paziente.
Nel caso in cui il ginocchio è così usurato e/o compromesso dall’artrosi e il paziente ha già perseguito tutti i trattamenti ritenuti utili, è necessario, previo consulto medico approfondito, procedere ad un intervento di protesi, al fine di rimuovere le parti di osso consumate, applicando così una capsula metallica sia al femore che alla tibia e tra queste due parti in titanio, una sorta di spessore di materiale plastico, che replichi la funzione dei menischi, permettendo così la fluidità tra le due strutture metalliche e quindi il movimento del ginocchio.
Per quanto riguarda il decorso post-operatorio, già dai primi giorni successivi all’intervento, si cerca di far alzare il paziente. La riabilitazione ha seguito per circa un mese con opportuno programma di esercizi indicati dai terapisti, da svolgere al proprio domicilio.
Le due stampelle, in tandem, vanno usate per circa trenta giorni per poi passare ad un’unica per un altro mese.
Solitamente si prevede un recupero totale in circa 7 o 8 mesi e la durata delle protesi moderne è di circa 20 anni.
350 50 58 182
devitaortopedico@gmail.com
Portici
Pozzuoli (NA)